Carta docenti ai precari, Consiglio di Stato accoglie nostro ricorso sui 500 euro: “spettano anche a loro”
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di circa mille di docenti nostri assistiti contro la discriminazione operata dal Ministero dell’Istruzione che, in esecuzione di una norma del 2015 (legge 107), aveva escluso dal riconoscimento del bonus formazione (500 euro) previsto dalla Carta del docente, il personale precario assunto a tempo determinato.
Ribaltando una sentenza del Tar Lazio, i giudici di appello amministrativi – con la sentenza n. 1842/2022 pubblicata il 16 marzo – hanno affermato il “Principio tutelato, in via primaria dall’art. 3 Cost. in materia di tutela del diritto di uguaglianza e non discriminazione, dall’art. 35, Cost., in materia di tutela della formazione ed elevazione professionale dei lavoratori e dell’art. 97, Cost. in materia di imparzialità e buon andamento amministrativo“.
E ancora: “Pertanto, la lacuna del comma 121 della L. 107/2015, che aveva previsto per il solo personale di ruolo la Carta docente, deve essere colmata da un’interpretazione costituzionalmente orientata che rispetti i citati parametri costituzionali”. “Sotto diverso profilo non può applicarsi il principio di “lex posterior derogat priori”, nel senso prospettato dall’amministrazione, considerato che la legge 107/2015 non può derogare la riserva di competenza contrattuale che permane in materia di formazione professionale, attualmente, regolamentata dagli artt. 63 e 64 del CCNL del 29.11.2007”.
In conclusione, scrive il Consiglio di stato “… non vi può essere una formazione a “doppia trazione”, tra docenti di ruolo e non di ruolo, poiché la qualità dell’insegnamento è basata, appunto, sulle pari opportunità formative e di miglioramento professionale garantite anche dalla Carta del docente”.
Il Consiglio di Stato, dunque, ha rivisto l’univoco orientamento sulla materia senza ricorrere alla Corte di giustizia o alla disapplicazione della norma interna, soprattutto alla luce della pregiudiziale del Tribunale di Vercelli già pendente, ritenendo pertanto di dare un’interpretazione costituzionalmente orientata.
A giorni è attesa l’ordinanza della Corte di giustizia che confermerà il diritto sul piano comunitario dopo aver atteso che il Consiglio di Stato decidesse questa causa. Dopo il caso Randstadt Italia il CdS si sta allineando all’Europa. La Cassazione ancora no. Intanto i docenti precari esclusi saranno legittimità a proporre azioni dinanzi al giudice competente per vedersi riconoscere quando eventualmente spettante per le annualità precedenti.