Pnrr e finanziamenti Ue, cosa cambia dopo la sentenza dell’Alta Corte sul (mancato) rispetto dello Stato di diritto
La plenaria della Corte di giustizia Ue ha respinto i ricorsi proposti dall’Ungheria (causa C-156/21; EU:C:2022:97) e dalla Polonia (causa C-157/21: EU:C:2022:98) contro il meccanismo di condizionalità che subordina il beneficio di finanziamenti provenienti dal bilancio dell’Unione al rispetto da parte degli Stati membri dei principi dello Stato di diritto. L’Italia, rispetto ad altri paese, ha ritenuto di non intervenire.
Questa decisione mette un punto fermo e chiarisce che se uno Stato viola le norme del trattato rischia di vedersi sospese le erogazioni del Pnrr. Una spina in più sul tema della magistratura onoraria, sul quale il Governo continua a mantenere una posizione poco chiara, di certo non risolutiva su tale annoso problema sul quale ora pesa la pressione dell’Europa.
Ecco una ampia mia pubblicazione (clicca sul link) sul tema, ripresa anche da european rights: di seguito si riporta l’indice degli argomenti trattati.
1. Le sentenze “costituzionali” dell’adunanza plenaria della Corte Ue: l’assenza dell’Italia nei giudizi. – 2. Il Regolamento di condizionalità 2020/2092/UE quale fulcro dei valori fondamentali dell’Unione. – 3. La legittimazione del Regolamento di condizionalità e l’indipendenza della magistratura nelle decisioni della plenaria della Corte Ue. – 4. La risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2021 sullo Stato di diritto. – 4. La Corte di giustizia sul caso sul caso Randstad Italia risolve il conflitto istituzionale tra giurisdizioni superiori nazionali. La sentenza n.54/2022 della Corte costituzionale sul primato dialogante del diritto dell’Unione. – 5. La violazione dello Stato di diritto da parte dell’Italia: nuovamente alla Corte costituzionale il caso della magistratura onoraria. – 6. La violazione dello Stato di diritto da parte dell’Italia: nuovamente alla Corte di giustizia il caso della magistratura onoraria.